Il Pesce d’aprile a mia sorella!

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Dovevamo pensare che, una volta raggiunti e superati i 18 anni, avremmo superato l’idea di farci scherzi stupidi a vicenda, ma non era così. Julie e me, Chris, a volte ci comportavamo ancora come due veri e propri minorenni; forse però non è una cosa così negativa. Oggi i ragazzi crescono così in fretta: siamo spinti verso l’età adulta, portati alla maturità prima di essere pronti, trasformati in adulti quasi prima di aver tolto i vestiti della scuola, quindi forse un po’ di spensieratezza era una parte essenziale della vita.

Così io e Julie riuscivamo regolarmente a trovare il tempo per giochi e divertimenti sciocchi, e questo ci ha involontariamente portato a crescere entrambi molto velocemente……

Sono all’università e sto finendo di imparare, per quanto mi riguarda. Pensavo di aver evitato la scuola, ma sono stato spinto all’università dai miei genitori per conoscere meglio il mondo degli affari. Il lato positivo è che loro mi sostengono finanziariamente, invece di costringermi a lavorare per vivere, perché devo ammettere che difficilmente saprei dove cercare un lavoro. Ma questo è un argomento che non ha bisogno di essere approfondito in questa sede.

Mia sorella, al contrario di me, ha finito la scuola il prima possibile e poi si è trovata “un bel gruzzoletto” in un salone di parrucchieri ed estetisti, dove è stata molto brava a imparare il mestiere. A 19 anni è già il secondo responsabile del salone: sembra che sia una scintilla luminosa.

Credo di essere un ventenne medio: sono alto quasi un metro e ottanta; peso circa 70 chili e sono un bel ragazzo secondo alcune tipe del college. Sono un po’ palestrato perché mi prendo cura del mio corpo e cerco di tenermi in forma (per esempio, ho il mio set di pesi) e con i miei occhi azzurri e i miei capelli biondi sembra che me la cavi abbastanza bene.

Rispetto a me, Julie invece è minuta: ha preso dalla mamma, credo. Raggiunge appena il metro e sessanta, ma un punto in cui non è così piccola è la parte superiore: ha un seno davvero delizioso! Beh, non sono enormi, ma sulla sua figura minuta sembrano comunque grandi. I suoi reggiseni dicono che sono una 34B; due belle tette, in altre parole. Julie non è una che mette in mostra il suo seno in casa, quindi non l’ho visto molto, ma ogni volta che lo intravedo sento quel brivido malvagio che mi attraversa, una specie di ondata di calore ed eccitazione che non manca mai di far sobbalzare anche il mio cazzo verso l’alto. Credo che sia stato più di due anni fa quando l’ho vista per la prima volta uscire dal bagno nuda e sono dovuto andare a farmi una sega: wow, era così bella! Non ho ancora scoperto perché non fosse coperta, ma sono felice che non lo fosse!

Mi sono sempre piaciute un bel paio di tette o anche solo una bella scollatura profonda – non mi importa quale; basta che abbia a che fare con le tette e mi eccito! Ero solito sognare quelle poppe; mi svegliavo di notte tutto duro e appiccicoso, chiedendomi se fosse stato reale o solo nella mia mente. Ma era sempre nella mia mente; perché Julie è mia sorella, altrimenti sarei stato lì dentro come un furetto!

Beh, una volta era così, ma le cose sono un po’ cambiate e vi dirò come tra un minuto…..

Oh sì, mi piace anche il modo in cui sembra indossare sempre camicette e top attillati che accentuano i suoi chili di piacere. Ma credo che non lo faccia per caso!

Ha anche un bel sedere e gambe sottili, per non parlare del suo bel viso da elfo. Anche lei è bionda, ma mentre i miei sono blu, i suoi sono verdi… e semplicemente splendidi!

E sono lieto di dire che ora so molte più cose sulle sue parti interessanti di quante ne sapessi prima…. ma, ehi, sto correndo troppo.

Non sono state le sue tette o il mio cazzo a dare il via alle cose: è stato un pesce d’aprile dell’anno scorso.

Julie aveva dato il via alle danze inviandomi un biglietto d’auguri per il mio ventesimo compleanno che, guarda caso, cadeva proprio il giorno di San Valentino; sì, me l’aveva spedito in modo che non sapessi chi l’aveva mandato. Un biglietto di compleanno pieno di brillantini esplosivi che schizzavano ovunque.

Ero così contento di averlo aperto in camera da letto invece che al piano di sotto – avrei dovuto pulire fino all’ultimo pezzo scintillante se l’avessi aperto in salotto – in camera da letto almeno non dovevo essere così esigente.

C’era un piccolo rumore di aria che si espandeva rapidamente e poi un’esplosione di colore e quella dannata roba finiva dappertutto. La cosa che mi fece davvero arrabbiare fu che ero seduto sul mio letto nudo quando lo aprii e i brillantini ricoprirono abbondantemente la maggior parte della mia parte inferiore del corpo; in particolare il mio cazzo, le mie palle e il mio pube e anche dopo aver fatto la doccia, scoprii che dei pezzetti spuntavano qua e là. E no, non sapevo davvero che fosse stata lei, fino a quando il suo stupido ridacchiare non me lo disse, cioè dopo che l’avevo aperto ed ero sceso al piano di sotto. Anche una settimana dopo c’erano ancora dei pezzetti incastrati in posti strani….. così decisi di vendicarmi…..

Il pesce d’aprile sembrava appropriato: un’ottima scusa per poter fare qualcosa di stupido senza essere accusati di essere dei completi idioti. In quel giorno ci si poteva aspettare scherzi di questo tipo e così mi sono organizzato.

Non ci volle molto a pianificare, però: solo l’acquisto di un secchio di plastica….. sì, avete capito bene.

Un secchio senza parti dure o taglienti, abbastanza solido da poter essere riempito d’acqua, abbastanza morbido da non farle male se le fosse caduto addosso e abbastanza grande da contenere una discreta quantità d’acqua. Un vecchio trucco, forse caduto in disuso, ma se così fosse l’aspetto ludico sarebbe ancora maggiore, speravo.

Nel capanno del giardino controllai la meccanica del posizionamento sopra la porta, la traiettoria del secchio e la diffusione del suo contenuto, finché non ebbi risolto tutto per garantire il successo.

Poi, soddisfatto, aspettai il giorno e l’ora appropriati.

Era lunedì sera; martedì era il primo del mese, quindi per me andava bene qualsiasi ora dopo la mezzanotte. Da mezzanotte a mezzogiorno: sono queste le regole per gli scherzi del pesce d’aprile, no?

Mamma e papà erano fuori per qualche giorno: gestivano un’attività in proprio e insieme erano partiti per una conferenza e una mostra che li avrebbe tenuti occupati fino a giovedì, quindi Julie e io eravamo soli per tre giorni.

Io ero rimasto a casa, fingendo di studiare (una storia inverosimile, a dire il vero!), mentre Julie era uscita “in città”, presumibilmente per andare in discoteca o almeno per bere qualche drink con i suoi amici, e quando tornò a casa era quasi l’una di notte, quindi era ufficialmente un pesce d’aprile.

L’avevo sentita arrivare, con l’auto che scricchiolava sul vialetto di ghiaia e decisi di nascondermi nell’armadio dei cappotti al piano di sotto, dove una feritoia nella porta mi dava una visione ragionevolmente adeguata del suo arrivo senza dover lasciare la porta socchiusa. Volevo essere in grado di seguire ogni sua mossa fino al momento fatidico in cui avrebbe aperto la porta della sua camera da letto….. a quel punto avrei scattato una foto delle sue forme inzuppate, da postare su Facebook.

Con il fiato sospeso la guardai rientrare; prima si spogliò dei suoi indumenti esterni, poi mi chiamò più volte….e quando non apparii, la sentii in salotto: i bicchieri tintinnavano mentre si preparava da bere dalla scorta di alcolici di papà.

“Accidenti”, pensai, “avrei dovuto prepararne uno anche per me!”.

In silenzio continuai a spiarla, ma Julie non aveva fretta di andare in camera sua… Invece, trovando la casa apparentemente vuota, iniziò a togliersi altri vestiti!

Rimasi a bocca aperta a guardare, incantato, mentre si toglieva i jeans e poi il top, rimanendo in piedi solo con reggiseno e mutandine color cioccolato. Bevve un grosso sorso del suo drink e poi rabbrividì… doveva essere molto forte! Si girò lentamente davanti al grande specchio del corridoio prima che la sentissi parlare per la prima volta.

“Non stai bene?”, disse a se stessa mentre si metteva in posa davanti allo specchio, “Guardati… quella bella pancia sottile; guarda le tue tette; ti stai tenendo bene in forma, non è vero?”.

Mise i seni in vista dello specchio e tirò fuori anche la lingua, poi scosse i seni; le sue mammmelle ben sode facevano del loro meglio per uscire dai loro confini di pizzo.

Anche i miei occhi facevano del loro meglio per uscire dai loro confini: raramente l’avevo vista mettere in mostra il suo corpo in modo così plateale e ne stavo assorbendo ogni centimetro; compreso il suo dolce sedere su cui ora si stava concentrando mentre sollevava una natica e poi l’altra per ispezionarle in cerca di cedimenti.

Poi sollevò una gamba in alto, come farebbe una ballerina di can-can, prima di abbassarla con un verso di biasimo.

“Maledetti peli pubici… devo ricordarmi di radermi”, disse mentre si aggiustava i peli con la mano dentro le mutandine, “Devo toglierli tutti?”.

Sì… allora vai! Vorrei poterti aiutare! Pensai: “Sono un esperto di rasoi! Potrei fare un bel lavoro su di te lì sotto!”.

Fortunatamente non sentì i miei pensieri; invece lasciò lo specchio e si diresse verso il ripostiglio dove c’era una doccia. Sentii l’acqua iniziare a scorrere; poi Julie tornò allo specchio dove cercò brevemente le imperfezioni nascoste sul suo corpo….. prima di allungare la mano dietro di sé per slacciarsi il reggiseno!

Sentii la mia bocca aprirsi ancora una volta quando i suoi favolosi seni furono esposti; Julie li strofinò per rimuovere le pieghe, facendo involontariamente rizzare i capezzoli. Sapevo che ora sarebbero stati dei piccoli monticelli duri e gommosi e mi sentii leccare le labbra e diventare bollente, con la vampata di calore che scendeva rapidamente verso l’inguine.

“Ahhhh — così va meglio”, disse, “Odio dover indossare un cazzo di reggiseno….”.

Wow!”, boccheggiai in silenzio, con gli occhi incollati alle sue tette, “Che paio maledettamente belle!”.

Poi vidi che si pizzicava i capezzoli; ogni piccolo nodo rosa ora era ancora più evidente di prima.

Quasi sussultai ad alta voce mentre la guardavo, ma Julie era assorta nel suo corpo.

“Ooooh… che bello!”, disse mentre la punta delle dita roteava sui capezzoli, “Oh Dio… mi sta facendo eccitare!”.

Per un momento o due rimase lì a tremare per le sensazioni erotiche prima di riprendersi un po’ e ora, con indosso solo le mutandine di cioccolato al latte, finì il suo drink e scomparve nel salone. Si udirono altri rumori di tintinnio, poi riapparve con un altro grosso drink, di cui bevve un bel sorso. I suoi seni, magnificamente vivaci, comodamente rotondi e dalle forme deliziose, ondeggiavano socievolmente mentre si muoveva e mi ci volle molto per non precipitarmi a prenderla per poterla guardare da vicino…. e forse anche toccare. E volevo anche raccogliere la piccola goccia del suo drink che le era sfuggita e che ora le scorreva lungo la scollatura…..

Ma qualcosa mi diceva di non mostrarsi: spiarla non sarebbe stato gradito.

E a quel punto mi resi improvvisamente conto che il mio pene era rigido come una sbarra d’acciaio; la mia intera lunghezza si infilava nella gamba dei pantaloni, pulsando e sussultando mentre la guardavo.

Emisi un sospiro sommesso quando mi resi conto di quanto fossi vicino a rivelare quasi quanto Julie………

Ma non aveva ancora finito, anche se il suo secondo drink arrivò presto e il suo bicchiere fu depositato di lato. Infine, le sue mani si spostarono sui fianchi e cominciò a far scivolare le mutandine, il suo graziosissimo sedere a mandolino ora esposto perfettamente per il mio piacere, prima di alzarsi ancora una volta, per mettersi in posa completamente nuda davanti allo specchio.

Aprì le gambe e poi usò le due mani per aprirsi le labbra, le sue labbra deliziosamente pelose, mentre si chinava in avanti per ispezionare la sua regione intima. Ma la luce non era giusta, così si girò lontano dallo specchio e si mise più o meno di fronte a me mentre si ispezionava più a fondo.

Da non più di tre metri di distanza, avevo ora una visione frontale completa, mentre lei si allargava ancora una volta le labbra, la sua peluria di peli pubici ora si divideva, così come le sue labbra visibilmente umide. Si chinò più in basso per guardare la sua figa, con un dito che scivolava dentro il suo buco.

“Dio… sono tutta bagnata adesso”, gemette, “Cazzo! Non ho nemmeno scopato, cazzo! Quel fottuto segaiolo di Brian… non mi prenderò mai più la briga di chiedergli di uscire… che maledetto spreco di spazio!”.

Non sapevo di chi stesse parlando, ma si era perso una bella scopata, questo era certo!

“Sto morendo di voglia e lui mi ha ignorato, cazzo!”, continuò tra sé e sé mentre si alzava ancora una volta e si voltava verso lo specchio, “Bastardo… se solo sapesse quanto sono frustrata! Merda!”

Stupido coglione Brian”, pensai, mentre la mia mano accarezzava distrattamente la mia erezione, “non sai proprio cosa ti sei perso, vero?”.

“Oh, beh… non posso farci molto adesso”, disse Julie, borbottando: “Bene… è ora di fare la doccia; è meglio che Chris non torni a casa e non consumi l’acqua calda!”.

Con questo sparì nel ripostiglio e presto la sentii cantare allegramente tra gli schizzi d’acqua, così sgattaiolai dal mio nascondiglio, con il mio cazzo teso che mi faceva ancora strada.

Dolcemente sgattaiolai al piano di sopra e mi infilai in una delle camere degli ospiti, lasciando la porta socchiusa – speravo che non se ne accorgesse. Poi aspettai, con la macchina fotografica in mano e l’altra mano che ancora si strofinava sulla mia erezione mentre immaginavo la scena nel ripostiglio.

Le ondate di vapore, gli scorci di seni e natiche sporgenti, il bagliore dei peli pubici, gli schizzi d’acqua e di sudore… Cazzo, il solo pensiero mi faceva eccitare! Poi tutto tacque al piano di sotto mentre lei terminava la sua doccia…. momento che stavo aspettando stava per arrivare!

In breve tempo sentii il rumore di altri tintinnii mentre Julie si versava un terzo drink e poi i suoi passi leggeri mentre iniziava a salire le scale; la mia eccitazione aumentava di pari passo con la sua. Molto presto l’avrei sorpresa con il mio semplice ma eccellente pesce d’aprile!

Presto apparve sul pianerottolo, ora avvolta in un grande asciugamano e trattenni il fiato mentre raggiungeva la sua stanza e spingeva la porta.

Ci fu un piccolo rumore di raschiamento quando il secchio si rovesciò; uno schizzo d’acqua a cascata; un urlo enorme da parte di Julie; un leggero tintinnio quando il secchio ormai vuoto colpì il pavimento e poi una lunga serie di imprecazioni che riempirono completamente l’aria.

Julie era sparita dalla mia vista mentre entrava nella sua stanza e ora mi sono avventurato velocemente, con la macchina fotografica pronta, ansioso di catturarla!

Spalancai la porta, premetti l’otturatore e, mentre scattava un flash, scoprii il mio errore di calcolo!

Perché c’era Julie, con l’asciugamano ai piedi, completamente nuda e rivolta verso di me, bagnata fino alla punta dei capelli, con la bocca spalancata per lo shock. La mia macchina fotografica l’ha immortalata perfettamente, ma questa foto non sarebbe mai arrivata sulla mia pagina Facebook! Tutto ciò che volevo era lei con i capelli e il viso bagnati d’acqua…. ma questo scatto avrebbe rivelato molto, molto di più!

L’acqua fredda le aveva colpito i seni, esaltando i capezzoli. Scendeva lungo il corpo e scorreva sull’addome piatto per gocciolare sul pube, scorrendo in piccoli rivoli lungo le cosce gloriosamente abbronzate.

“Sheeeeesh!” Mi ritrovai a mormorare: “Cazzo, che caldo!”.

“Pesce d’aprile!” Alla fine gridai, sperando disperatamente di non aver sbagliato data e sperando anche di recuperare il lato divertente di questo evento, ma Julie non era divertita quanto me.

“Bastardo! Brutto bastardo!”, rispose, sputando bolle d’acqua e scuotendo l’acqua dai capelli, “Sei stato tu?”.

“Bella questa… ottimo scherzo!” Dissi brillantemente, “Ti ho colto perfettamente! Ma guardati!”.

Ma le cose sembravano andare male; la marea si stava ribaltando… contro di me.

Julie, nonostante i capelli ormai fradici, invece di urlare oscenità mi guardava intensamente e mi puntava verso il basso.

“No, non guardare me… guarda te!”, replicò, come se fossi io ad essere nudo e non lei, “Sei tutto duro e stai perdendo come un matto!”.

Abbassai lo sguardo e scoprii subito che in effetti il mio uccello aveva apparentemente prodotto copiose quantità di liquido preseminale che si erano infiltrate nei pantaloni, creando una macchia scura di circa cinque pollici e, cosa forse peggiore, si vedeva chiaramente il contorno del mio pene ancora prevalentemente eretto.

“Oh, cazzo!” esclamai, “Oh no!”.

All’improvviso le cose accelerarono; Julie divenne quella che comandava; all’improvviso io divenni il bersaglio!

Si scrollò l’acqua dai capelli prima di avanzare verso di me, il suo corpo nudo ora era una minaccia piuttosto che un piacere. Rapidamente mi bloccò contro il muro, le sue mani mi tenevano le spalle; i suoi seni quasi mi toccavano il petto mentre il suo corpo si gonfiava con il suo respiro.

“Sporco stronzo! Hai pianificato tutto questo, vero? Solo per farmi spogliare”, disse e io scossi rapidamente la testa.

“No, no… non è andata affatto così”, risposi mentre il suo respiro alcolico mi inghiottiva, “è stato uno scherzo per il pesce di aprile”.

“Una storia verosimile!”, disse lei, “Non credo a una sola parola!”.

Le mie suppliche stavano cadendo nel vuoto, a quanto pare, così mi zittii, ma Julie continuò.

“Bene… se volevi vedermi, posso vederti anch’io”, disse, “Vieni qui!”.

Con questo mi afferrò la maglietta e mi trascinò con sé nella sua camera da letto, dove chiuse la porta a chiave, ignorando la pozzanghera d’acqua che ora si stava infiltrando nel tappeto.

“Ok… ora sei qui… togliteli!”, mi chiese mentre stava lì nuda, con le gambe aperte e le braccia conserte, “Tutto!”.

Immagino che avrei potuto dirle di crescere e andare davanti, perché la superavo di almeno venti chili…. ma non ci riuscii. Invece trovai le mie dita che si muovevano per sollevare la maglietta; per slacciare la cintura e i pantaloni.

“Tutto?” Chiesi e Julie annuì con forza.

“Sì… se sono nuda io, puoi esserlo anche tu”, disse, “Dai, sbrigati!”.

La maglietta fu presto tolta, ma esitai a togliermi i pantaloni perché sapevo che Julie avrebbe visto chiaramente il mio stato di eccitazione….Sapevo che il mio cazzo aveva reagito alla sua vicinanza ed era tornato in uno stato di estrema erezione.

“Mi vedrai!” Dissi con autoconsapevolezza: “Il mio….. mio cazzo è tutto duro”.

“Bene… spero che lo sia!” Disse Julie, con gli occhi incollati al mio inguine, “Hai del lavoro da fare!”.

Mi tolsi i pantaloni più rapidamente, ma esitai ancora con le mutande, finché Julie non parlò di nuovo.

“Dai”, insistette, “non posso aspettare tutta la notte!”.

“Eh?” Risposi, ma Julie non rispose, anzi si limitò a farmi cenno di continuare a spogliarmi.

Finalmente mi sentii un po’ più coraggioso e cominciai ad abbassare le mutande; il mio uccello creava una notevole tenda nel materiale che si impigliava nei pantaloni. Lentamente apparvero i miei peli pubici, poi la radice del mio cazzo e con un ultimo rapido scatto spinsi i pantaloni verso il basso, con il mio cazzo duro che spuntava a sbattere contro il mio addome.

Alla fine ero davvero nudo davanti a lei, con il pene fieramente eretto che puntava verso il soffitto e il glande esposto che luccicava di succhi lubrificanti.

Rimasi eretto, con il petto che si agitava per l’eccitazione come quello di Julie, con la differenza che io avevo dei bei pettorali massicci, mentre Julie aveva un bel seno morbido.

“Wow!” Dissi: “Fatto!”.

Era stata una grande impresa spogliarsi davanti a Julie. Ero stato nudo brevemente con una sola ragazza; per il resto tutte le mie esperienze erano state con solo parti di me e delle mie amiche esposte… e ora ero completamente nudo con una donna altrettanto nuda proprio lì con me…. anche se era mia sorella e non avremmo fatto sesso.

“Hmmmm”, disse Julie, “Hai un bel cazzo; quanto è, 18 centimetri o giù di lì?”.

“Quasi venti”, risposi orgoglioso, lasciando che il mio cazzo facesse su e giù.

“Davvero?”, disse Julie, leccandosi le labbra, “Ne ho presi 18, ma mai 20”.

Sentii la mia bocca aprirsi per lo shock: cosa diavolo stava suggerendo?

Ma non ebbi molto tempo per pensare, perché Julie avanzò verso di me e le sue mani avvolsero rapidamente il mio pene. In pochi secondi una delle sue mani mi teneva le palle, soppesandole e facendole roteare, mentre l’altra mano faceva scorrere il prepuzio su e giù per l’asta.

“Mi sembra giusto”, disse, “ha le palle belle grosse ed è tutto duro e dritto… ci sarà da divertirsi!”.

Mi tirò per l’uccello verso il letto prima di girarsi e spingermi giù fino a farmi stendere su di esso, con le gambe inferiori che pendevano oltre il bordo.

“Resta lì”, mi chiese, “non osare muoverti”.

Raccolse l’asciugamano e lo usò per asciugarsi i capelli e il corpo dall’acqua prima di avanzare ancora una volta verso di me… e questa volta si mise a cavalcioni sulle mie gambe. Guardai verso il basso e vidi l’incredibile visione di una donna stupenda che si ergeva sopra di me; le labbra della figa già aperte, i muscoli delle cosce tesi, la lingua che si leccava le labbra.

Pochi istanti dopo era inginocchiata sul letto ai lati della mia vita, con i seni che si alzavano e si abbassavano rapidamente con il suo respiro…. mentre cominciava ad abbassarsi verso il mio cazzo. Sentii la sua mano afferrare il mio pene e tenerlo eretto; poi sussultai quando sentii la carne calda del suo corpo incontrare il mio.

“Julie… cosa stai facendo?”. Chiesi stupidamente….stupidamente perché se non avevo ancora afferrato l’idea allora ero davvero stupido!

“Stai per essere scopato!”, disse lei, “Hai cercato di ingannarmi con la tua bomba d’acqua e credo che tu ci sia riuscito, quindi ora tocca a me, ma questo non è uno scherzo”.

“Sì ma…. ma…. non posso scoparti, sei mia sorella!”. Ansimai mentre il mio cazzo cominciava a scivolare dentro il suo buco: “È un incesto!”.

“E allora, cazzo!” rispose Julie, muovendo i fianchi per accogliermi, “ho bisogno di una scopata; il mio amico non si è preoccupato e ora ci sei tu. Ti sei messo in questo casino, quindi scopami!”.

Oh Dio… stavo per scopare mia sorella…. ma perché diavolo mi stavo lamentando? Per anni avevo desiderato il suo corpo e ora era qui, in bilico sopra di me, che scivolava lentamente sul mio cazzo!

Per quanto la mia coscienza mi dicesse di fermarmi, il mio pene mi spingeva ad andare avanti. Non si faceva scrupoli su chi scopare, bastava che lo facesse sentire bene… e in effetti Julie si sentiva davvero bene. La sua figa era calda e stretta; afferrava il mio cazzo con entusiasmo, quasi tirando il mio pene come per farlo entrare sempre più dentro di lei.

“Ooooooh, così va meglio”, disse mentre sentivo le sue natiche posarsi sulle mie cosce, “Ahhhhh, sì Chris, è quello di cui avevo bisogno”.

Non c’era modo di fermarsi ora; ero in preda alle sensazioni più meravigliose del mio pene stimolato da una figa altamente eccitata e completamente bagnata e il mio cazzo stava vincendo a mani basse sulla mia coscienza.

Cominciai a rispondere ai suoi movimenti, sollevando i fianchi, spingendo verso l’alto per spingere il mio pene con decisione e in profondità nella vagina di mia sorella, amando la tenuta e la scivolosità del suo ingresso mentre le sue labbra scivolavano su e giù per il mio cazzo.

Julie cominciò a gemere a ogni colpo; si stava scaldando per bene, diventando ben viva mentre scopavamo sempre più forte.

Lentamente ma inesorabilmente ci stavamo dirigendo verso i nostri orgasmi; le nostre regioni pelviche si strusciavano l’una contro l’altra mentre scopavamo; il nostro calore aumentava; il nostro profumo era forte nell’aria; le nostre menti si concentravano per ottenere il meglio dalla nostra unione.

“Oh Dio… è delizioso!”, gemette Julie, “Questo è ciò di cui avevo bisogno… non una secchiata d’acqua fredda!”.

“Mi dispiace”, risposi, “è stato sciocco da parte mia, lo so”.

“Però mi ha fatto spogliare, vero?” rispose Julie.

“No… ti sei spogliata prima del mio scherzo”, dissi, “ti ho vista di sotto… eri fottutamente splendida!”.

“Mi hai tenuto un’imboscata!” Julie rispose: “Ti meriti di essere scopato solo per questo!”.

“Non mi sto lamentando adesso”, gemetti mentre continuavamo a guidare i nostri corpi insieme, “Tutt’altro; ti sentirai benissimo”.

Ora sentivo le sensazioni imminenti di un orgasmo crescente; il mio pene era stato stimolato a sufficienza per far salire il mio sperma e pensai che avrei dovuto farlo sapere a Julie.

“È meglio che ti levi”, dissi, “presto sborrerò, lo sento”.

“Aspetta. Tienilo ancora un po’”, chiese lei, con i fianchi che ora lavoravano più forte, “ci sono quasi anch’io… continua!”.

“Oooh, cazzo”, gemetti mentre mi sforzavo di farla venire e di trattenere le mie eruzioni, “non riuscirò a trattenerlo a lungo!”.

“No, stai bene… sto venendo bene ora”, disse Julie, i suoi seni ora rimbalzavano selvaggiamente sopra di me, la sua mano ora era impegnata sul suo clitoride, “Ecco che sborra… sta sborrando, sta sborrando!”.

All’improvviso era tutta un movimento, un’azione frenetica ovunque. Il suo viso era contorto per lo stress emotivo; i suoi seni sembravano essersi gonfiati e stretti ancora una volta; tutto il suo corpo era coinvolto nel farle raggiungere il climax, mandandola alle stelle.

Le sue cosce mi stringevano con forza; la sua fica stava quasi assalendo il mio povero cazzo; persino le sue labbra di fica si sentivano solide mentre sbattevano sul mio corpo.

Julie ora gridava in modo incontrollato; le sue parole erano un miscuglio selvaggio mentre raggiungeva l’apice della sua eccitazione.

“Oh cazzo! Oh sì! Gesù… che bello!”, gridò, con le dita che mi artigliavano il petto, “Oooh Chrisssss! Cazzo, sto sborrando! Sborro!”

C’era solo un problema: le sue azioni stavano avendo effetti profondi anche su di me e, mentre io la stantuffavo e lei a sua volta mi sbatteva contro, mandò anche me al settimo cielo.

Questa volta non ebbi la possibilità di avvertirla… tutto quello che potei fare fu gemere in modo massiccio quando sentii il primo getto di sperma fuoriuscire dal mio cazzo.

“Oooooohhh!” Gridai, il mio corpo in preda alle convulsioni, “Oh Dio! Uuuuuuhh yeahhhh! Yeahhhh!”

Uno schizzo dopo l’altro di sperma eruttò rapidamente, il fluido caldo si diffuse all’interno di Julie e si raccolse di nuovo intorno al mio cazzo. L’attrito tra i nostri organi si attenuò immediatamente mentre i miei liquidi scivolosi lubrificavano il suo passaggio e Julie capì subito cosa era successo.

Interruppe subito i suoi movimenti; rimasero solo dei sussulti vestigiali mentre mi guardava seriamente.

“Hai appena sborrato, vero?”, disse e io annuii.

“Te l’avevo detto che c’ero quasi”, dissi mentre respiravo pesantemente, “e quando ti sei attaccata, hai fatto scattare anche me… non ho potuto farne a meno!”.

“Avresti potuto spingermi via”, disse lei, “ma non l’hai fatto, vero?”.

“Non ce l’ho fatta”, dissi, essendo sincero, “Mi sentivo troppo bene”.

Ed era stato davvero bello: non solo ero riuscito a pompare il mio sperma in profondità in una vagina calda, ma quella vagina apparteneva a mia sorella; i miei sogni erotici si erano avverati.

Ma Julie non la vedeva così: aveva invece altre preoccupazioni.

“E se rimanessi incinta?”, chiese mentre continuava a muoversi delicatamente sul mio pene ancora rigido, “Ti prenderai la colpa?”.

“Come potrei?” Risposi: “Se rimani incinta almeno puoi dire che è stata un’avventura di una notte con qualcuno. Ma se dico a qualcuno che sono stato io, finiremo entrambi nella merda”.

“Cazzo… non ci avevo pensato”, disse Julie, “Comunque, credo sia un po’ tardi per preoccuparsi, no?”.

E mentre parlava, il suo corpo si muoveva con maggiore intensità sopra di me e il suo viso cominciò a sembrare più felice.

“Oh beh… tanto vale che mi serva di te”, disse, “sei ancora duro e io sono ancora arrapata!”.

Oh cazzo… anche lei lo era e un’ora dopo finimmo la nostra avventura sessuale, crollando entrambi sul suo letto, esausti. Io ero svuotato di sperma e di energia. Mi aveva fatto sborrare non una ma altre due volte ed era tutto quello che riuscivo a fare per stare seduto!

Ma ora, quasi alle tre del mattino, il mio letto mi chiamò a gran voce e, con un rapido bacio d’addio, io e mia sorella ci separammo e tornò la pace. Mi arrampicai stancamente sul letto; il mio cazzo entusiasta, che di solito doveva essere preso in mano ogni sera, era moscio e senza vita. Credo di essermi addormentato non appena la mia testa toccò il cuscino…. sogni pieni di cosce ansimanti, seni ballonzolanti, fighe calde e quella meravigliosa sensazione di sborrare forte.

E tutto perché avevo fatto un pesce d’aprile a mia sorella….

Il mattino seguente mi svegliai con la sensazione di essere pieno di vita, rinvigorito dopo l’attività della notte precedente. In qualche modo le mie batterie si erano ricaricate e mi avevano risvegliato al punto che, quando scesi per la colazione, ero brillante, allegro e felice.

“Ciao sorellina”, dissi allegramente a Julie, che era già in piedi.

“Ciao anche a te, stronzo arrapato!”, rispose lei, “ti ho sentito scendere; ti ho preparato il caffè. Oh, e vuoi qualche notizia?”.

“Grazie Julie… eh, cosa… non sono mamma e papà, vero?”. Risposi, con la preoccupazione impressa nella voce, ma Julie scosse la testa.

“No… si tratta di ieri sera… credo di essere incinta!”, disse cupa mentre mi sventolava sotto il naso un bastoncino.

“Oh cosa!” esclamai, con il panico che saliva rapidamente, “Come puoi esserlo, già?”.

“Beh, guarda… vedi… è verde… questo dimostra che sono incinta!”, disse lei, con un’espressione preoccupata sul viso, mentre io restavo lì a bocca aperta.

“Non importa”, disse Julie, con un’aria triste, “credo che andrò dal mio medico e vedrò se mi prescriverà qualcosa per risolvere il problema. Non so se lo farà, però, perché mi ha sempre detto che preferisce lasciare che la natura faccia il suo corso”.

“Oh cosa? No… fagli fare qualcosa, per favore! Ti prego, sì, ti prego, fallo! Digli di fare qualcosa”, dissi, non desiderando affatto di diventare padre, “se c’è qualcosa che posso fare….”.

Poi notai che Julie aveva una specie di sorrisetto sul viso e la guardai intensamente, vedendo il suo sorriso allargarsi.

“No… stavo solo scherzando!”, disse, “Pesce d’aprile!”.

“Stronza!” Dissi, con il sollievo impresso nella voce, “Brutta stronza… mi hai spaventato a morte!”.

Julie ora si era appoggiata alla sedia ridendo.

“È incredibile come un uomo possa essere ingannato da un pennarello!”, disse, “Era un vecchio tester di gravidanza che avevo e l’ho colorato di verde… e subito… ero incinta!”.

“Ma non lo sei, vero?”. Chiesi e Julie scosse la testa.

“No… prendo la pillola”, disse, “sono al sicuro, ma sono ancora eccitata!”.

“Uff… grazie a Dio! Cazzo, mi hai fatto preoccupare. Allora… cosa dovrei fare adesso?”. Chiesi e Julie ebbe la risposta.

Si alzò e mi prese la mano.

“Puoi riportarmi a letto e scoparmi di nuovo, ecco cosa!”, disse, “E anche questa volta sborrami dentro… ho adorato quella sensazione! Hai schizzato così forte dentro di me… mmmmm, è stato bellissimo!”.

Le diedi una pacca sul sedere mentre mi conduceva su per le scale, dimenticando il mio caffè; il mio pene stava già crescendo rapidamente.

“Mi piacerebbe”, dissi, “mi piacerebbe riempire di nuovo la tua figa calda – e questa volta non mi farò prendere per il culo”.

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Date: Aprile 1, 2023

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